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CHI SI FERMA NON E’ PERDUTO

Fonte La Gazzetta Sportivo scritto da Orlando Pizzolato

E’ così grave interrompere la corsa per alcuni secondi? No.
Anzi. Diventa utile quando lo sforzo è molto elevato, come nelle ripetute,
o al termine di prove brevi e veloci. o se i muscoli fanno male.
Se vi fermate, continuate a camminare e a ristori bevete senza fretta.

Chi si ferma durante la gara o un allenamento teme di compromettere il rendimento, ma non sempre è così.
Fermarsi in corsa è il modo migliore per vincere una gara,
ma per molti podisti che non hanno velleità agonistiche camminare può essere utile


Ma Quando?                                                IL RECUPERO :

Le occasioni per interrompere la corsa sono legate soprattutto alla necessità di recuperare lo sforzo.
Vediamo in quali occasioni è opportuno rallentare il passo:

1 Per allungare la durata della seduta. L’ alternanza della corsa al cammino serve ai principianti: piuttosto che correre 15 minuti d’ un fiato è più produttivo suddividere lo sforzo correndo tre frazioni di 5 minuti inframezzate da pausa di 2 minuti al passo. Così facendo, grazie al recupero,con lo stesso si può arrivare a correre più come 4 volte 5 minuti, per un lavoro complessivo di 20 minuti.

2 Quando intensità dello sforzo è molto elevata come in occasione delle ripetute a media- alta intensità camminare per alcune decine di secondi al termine della prova aiuta a ristabilire la giusta frequenza cardiaca e il ritmo della respirazione. Camminare consente inoltre di interrompere le tensioni nervose collegate allo sforzo che si sta compiendo.

3 Al termine di alcune prove brevi e veloci ( sprint in salita a tratti di 100 metri circa), fermarsi e camminare è utile. Quando lo sforzo è intenso ma breve, il cuore risponde in ritardo alla sollecitazione e la frequenza cardiaca cresce in alcuni secondi (5-10) anche dopo la fine della prova.

4 Fermarsi a camminare è utile anche quando si è in una situazione ipoglicemia. Questo può verificarsi in due situazioni:
quando sono finite le riserve energetiche come in una maratona;
quando, in seguito all’ assunzione di zuccheri semplici (saccarosio), l’ intervento dell’ insulina abbassa la glicemia.
In entrambi i casi il disagio è così forte che solo l’interruzione delle dello sforzo permette di trovare sollievo.

5 Spesso ci si deve fermare per alleviare i disagi della fatica muscolare. Quando non si è allenati per sostenere la distanza, le gambe fanno male, ed è utile fare pause durante le quali si può proseguire camminando o si approfitta per fare esercizi di stretching (allungamento muscolare).

6 Non ci si deve sentire in colpa quando si è costretti a camminare, perché la pendenza di una salita è molto elevata. La muscolatura delle gambe si gonfia, perché i tempi di contrazione sono più lunghi della fase di rilassamento e la circolazione del sangue non è quella ottimale a causa dell’occlusione parziale di vene e arterie.

AI POSTI DI RISTORO:

Un’ ultimo consiglio: se, in gare lunghe non si riesce a bere correndo, piuttosto che saltare il ristoro è meglio fermarsi per dissetarsi in tutta tranquillità. In questo modo si evita anche di inciampare contro qualche altro podista, perché nel momento della deglutizione si alza la testa e non si notano gli ostacoli posti davanti.

L’ERRORE :

Se la sosta è spesso indicata e positiva, in qualche caso può diventare deleteria, cioè quando è superiore ai 2 minuti. Due minuti rallentano la circolazione del sangue e la circolazione del sangue e la frequenza cardiaca attivate con la corsa Lo sforzo per riportare ai livelli ottimali è troppo dispendioso. Nella pausa è meglio camminare o fare stretching. In ogni caso sarebbe meglio non sedersi, né sdraiarsi per terra, perché al momento di rialzarsi il cuore deve sostenere un notevole sforzo per ridistribuire il sangue in tutto il corpo. Se ci si deve sedere, è bene che il tronco sia sempre a un livello superiore delle gambe.

 
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