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Area Tecnica > Dossier
Marcia-Corsa e non si sbaglia  mai
Fonte La Gazzetta Sportivo
Si evitano i danni provocati dalla continua sollecitazione
della colonna vertebrale
e si diluiscono i benefici nel tempo.
Poi si comincia a correre

Se si volesse paragonare il funzionamento del nostro fisico a quello di un'automobile, la velocità del corto veloce richiederebbe l'utilizzo della terza marcia. La prima corrisponde alla corsa lenta, la seconda sarebbe quella che si tiene nelle sedute di corsa media,la quarta è necessaria a percorrere le ripetute medie ( 1000 metri ) e la quinta è quella che corrisponde alla velocità che si mantiene nelle ripetute brevi ( 200,300,400 ).Da tempo i medici e tecnici si stanno scervellando per trovare quell'attività motoria che,  pur senza essere agonistica, rappresenta il vero toccasana per la gente di tutte le età e che possa definirsi " l'arte di star bene ". Così vi sono quelli schierati a favore della corsa, del jogging, del correre non competitivo, del cosiddetto "lento" o di tante altre metodiche. Ma sull'utilità oltre che sul piacere di correre, della corsa in genere sono tutti d'accordo. Ne fa fede la massa di gente che oggi corre per il solo gusto di correre. Tuttavia qualcuno ha cominciato a chiedersi se la corsa lunga senza interruzioni, le maratone, le ultramaratone, le non competitive non producano con il tempo più danni che vantaggi, sopratutto alla colonna vertebrale ( lo chassis del corpo umano ), ai tendini ( le balestre ) e gli arti (le ruote ).

BENEFICI FISICI E PSICOLOGICI

E' la marcia-corsa il vero uovo di Colombo, con un programma idoneo a ogni singolo individuo, di qualunque età e sesso. In questo modo si traggono i vantaggi di entrambe le andature, la marcia e la corsa; senza subire gli inevitabili problemi che i cultori dell'una o dell'altra conoscono bene. I microtraumi che la corsa prolungata nel tempo può provocare in una colonna vertebrale sollecitata troppo e di continuo ( tra allenamenti snervanti e maratone ), non avrebbero il modo e il tempo di danneggiare le giunture, le vere cerniere delle vertebre. Nemmeno i dischi intervertebrali sarebbero costretti in questo modo a degenerare - prima o poi - nelle ernie discali. Il solo marciare non stimola più di tanto le grandi funzioni organiche ( apparato cardiocircolatorio, respiratorio, osteoartromuscolare ) e i benefici si ottengono in modo molto più lento della corsa. Un prolungamento della fase di riscaldamento, che non deve preludere ad alcuna gara, perché rappresenta l'attività motoria della giornata, è quanto di meglio si possa e si debba fare per mantenersi in forma. Il tutto seguito da una buona fase di recupero, con esercizi respiratori e da un adeguato periodo di raffreddamento. Se aggiungiamo, infine un habitat ideale in cui svolgere tale attività, un'area ricca di conifere, molto fotosintetiche nella cessione di ossigeno nelle ore diurne, il quadro non solo è completo, ma per un vero sportivo si potrebbe definire da sogno.


 
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