Quadricipite - Nuovo Progetto

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Area Tecnica > Stretching
Come si allunga il quadricipite muscolo anteriore della coscia

Fonte La Gazzetta Sportivo scritto da Massimo Cozzaglio

E' fondamentale in tutti gli sport. Serve per correre, calciare,saltare.

Gli esercizi vanno svolti con cautela: si rischiano stiramenti e infiammazioni
Questa illustrazione è dedicata sopratutto all' incremento dell' estensibilità del muscolo quadricipite. Ma nel programma di allungamento vengono interessati anche i muscoli flessori dell' anca. Sono esercizi praticati da sportivi di tantissime discipline, tutte quelle che impiegano gli arti inferiori. Anche chi frequenta i campi sportivi soltanto attraverso la televisione, ha familiarità con il gesto tipico del calciatore che prima di entrare in campo porta il piede a contatto con il gluteo piegando completamente il ginocchio.
Lo Stretching ( allungamento muscolare ) del quadricipite è indispensabile per i calciatori di ogni livello e per chi pratica atletica leggera,ginnastica,basket,pallavolo... Serve non solo a prevenire eventuali lesioni, ma anche per incrementare la forma esplosiva del muscolo.
MOVIMENTI PIU' COMPLETI E POTENTI

Gli stiramenti del quadricipite sono fondamentali per il calciatore e per l' atleta d' atletica perché associati al riscaldamento pre-gara permettono di affrontare le imponenti contrazioni muscolari richieste dal calciare il pallone con forza e di adattarsi meglio ai cambi di ritmo per un atleta di atletica durante i primi momenti di una gara di corsa. L'aumentata estensibilità del muscolo garantisce inoltre i movimenti articolari più ampi e quindi la possibilità di compiere gesti atletici completi e potenti. E', di conseguenza più efficaci. Il quadricipite è, nel suo complesso un muscolo biarticolare.Decorre dal bacino alla tibia e agisce su due articolazioni, l' anca e il ginocchio, con un' azione di flessione del femore sul bacino e di estensione della gamba. I loro antagonisti sono gli ischio-tibio-crurali: quando il quadricipite si allunga per raddrizzare il ginocchio ed estenderlo, gli ischio-tibio-crurali si contraggono per estendere l' anca. Il muscolo quadricipite e il suo tendine sono localizzabili con facilità sulla faccia anteriore della coscia. Le varie componenti del muscolo ( tre vasi mediali e il retto femorale ) si uniscono sulla rotula e la ricoprono, per poi ( attraverso un tendine robusto chiamato legamento rotuleo ) andare a fissarsi sulla tibia.

INFIAMMAZIONE AI TENDINI ROTULEI

La parte tendinea situata vicino alla rotula è spesso soggetta, negli atleti e negli sportivi, a fenomeni infiammatori che una corretta pratica dello stretching aiuta a prevenire. Gli esercizi proposti in questa illustrazione sono sia alla componente flessoria del muscolo sia a quella estensoria. Quando si sollecitano queste articolazioni fino ai limiti estremi di movimento, dev'essere garantita una certa cautela alle fasi iniziali di allenamento da parte di chi è abbastanza rigido

IL CONSIGLIO

Questi esercizi presentano diversi livelli difficoltà.Non bisogna effettuarli tutti al primo tentativo. E' più importante procedere con gradualità nell' imporre le tensioni ed essere sensibili alla possibilità di movimento di anche ginocchia, bacino e colonna vertebrale. In particolare, questi esercizi sono impegnativi per il tratto lombare. La cautela è d' obbligo, sopratutto per chi soffre di dolori lombari. Se ci sono disturbi più seri del tratto lombare (spondilolistesi, ernie o pprotrussioni, lombasciatalgie..), è meglio astenersi dagli esercizi.

LA TENSIONE

Le modalità più importanti di tensione dei muscoli utilizzate negli esercizi di stretching sono due:

1)tensione leggera, tensione sostenuta, tensione leggera, mantenere le varie tensioni per 15-20 secondi, pausa e lavoro con l' altro arto (7-8 ripetizioni)

2) arrivo in 15 secondi alla tensione sostenuta, contrazione isometrica ( senza movimento) per 10-15 secondi, lento rilascio, breve pausa e ripetizione del ciclo.

ATTENTI A POSTURA LEGAMENTI E ROTULA

La ridotta estensibilità del quadricipite, del retto femorale e degli altri flessori dell' anca si manifesta con una accentuazione della rotazione anteriore del bacino e, in caso di allungamento, con un aumento indotto della lordosi lombare e con un allargamento(abduzione) delle cosce.Una riduzione di estensibiltà a livello dei vasti, che segue sempre una lacerazione del muscolo, si traduce invece con una difficoltà nel flettere completamente il ginocchio. Disequilibri nelle tensioni delle varie parti del quadricipite potranno manifestarsi con deviazioni della rotula verso la parte di muscolo più tesa. Ritrazioni (diminuzioni del volume ) significative possono anche far risalire la rotula. Queste condizioni alterano la normale meccanica femoro-rotulea e determinano le condizioni per disturbi degenerativi della parte interna della rotula e del legamento rotuleo.Alterazioni morfologiche delle cosce e delle ginocchia, di frequente riscontro, non dipendono invece dal quadricipite, anche se possono provocare sviluppi differenti nelle varie parti del muscolo e condurre nella situazione già esposta. Nella pratica degli esercizi di allungamento si deve , come sempre, avere un' attenzione particolare per il controllo della postura e verificare che cosa succede nei segmenti corporei adiacenti a quello su cui stiamo lavorando. E bisogna essere consapevoli che, se la tensione è eccessiva, si avranno dei compensi indesiderati.

5 ESERCIZI PER COMINCIARE
Il primo esercizio va svolto in stazione eretta.Non è obbligatorio portare il piede a contatto con il gluteo: la tensione imposta non deve mai raggiungere la soglia del dolore. Meglio, sopratutto in caso di muscoli e articolazioni rigide, tirare poco e più a lungo senza correre rischi. L' inarcamento della schiena è inutile, mentre la proiezione del tronco in avanti, è il tipico compenso del segmento soprastante alla tensione imposta.Va evitato.

Il secondo esercizio è per tutti, ma non è facile. Si allungano i flessori dell' anca e l' ileopsoas. L' estensione dell' anca attraverso lo scivolamento della gamba fuori dalla panca, porta in tensione i muscoli. Bisogna tenere il piede in appoggio. Trovata la giusta altezza della panca, si porta fuori la gamba, a contatto con il suolo, e si impone
la tensione ai flessori con la retroversione attiva e l'appoggio della zona lombare. Si mantiene la contrazione per 20 secondi, poi si rilascia, si riporta l' arto sulla panca e si fa l' esercizio con l'altra gamba.

Il terzo esercizio richiede una certa elasticità e ginocchia in ottima condizione. La tensione al quadricipite è imposta dal tronco che va all' indietro sorretto dalle braccia e che in alcuni casi riesce ad essere portato fino al suolo. Si riproduce la posizione dell' esercizio numero 4, con l' inversione del punto mobile e del posizionamento del corpo, in rapporto al suolo. L' esecuzione di questo esercizio è più complicata. Il ginocchio punto fermo, bloccato al suolo con la caviglia in massima flessione plantare, può, per essere una fonte di problemi. Bisogna impedire la rotazione anteriore del bacino. Gli addominali, insieme alle braccia,sono molto impegnati. Il ginocchio dell' arto "strecciato" viene flesso, in modo passivo, ai limiti esterni delle sue possibilità. Le persone con una massa muscolare molto sviluppata possono trovarsi impossibilitate a una corretta esecuzione dell' esercizio.

Il classico stiramento del quadricipite mediante flessione del ginocchio ad anca estesa. L'esercizio è svolto sul tappeto per favorire il controllo del tronco e del bacino durante la fase di tensione. Un asciugamano ripiegato sotto la spina iliaca anteriore ammorbidisce il contatto con il suolo. Durante la fase di tensione, la coscia è allineata e non deve spostarsi all'esterno, mentre la schiena non si inarca e i glutei non si alzano.In soggetti allenati e con muscoli già caldi la seconda modalità di esecuzione permette in breve tempo di raggiungere la massima estensibilità.La contrazione isometrica non deve essere massimale, la mano che afferra la caviglia impedisce il movimento dell'arto durante la contrazione.Non è aggiungere un' estensione del tronco per incrementare l'estensibilità: il vantaggio in termini di allungamento non compensa le sollecitazioni a carico dei dischi del tratto lombare.

L'ultimo esercizio è per tutti e non impone grandi tensioni.Riscalda il tratto lombare e stira la parte anteriore dell'articolazione dell'anca.Si parte dalla posizione prona:la schiena e la parte alta del bacino vengono sollevate con la forza delle braccia mentre il pube resta a contatto con il suolo.Si realizzano così una modesta retroversione del bacino e una leggera estensione dei femori sul bacino.la posizione va mantenuta per 14 secondi per poi tornare al suolo con lentezza.Quattro o cinque ripetizioni sono sufficienti
 
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