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SPRINT FIN SUL TRAGUARDO

Fonte La Gazzetta delloSportivo Scritto da Orlando Pizzolato

Per i principianti è un’impresa inutile,
invece per gli agonisti può essere una qualità decisiva
Il rush finale è interpretato come la capacità di dare il massimo di sé o come segno di carica agonistica. E’una dote che si può costruire. Certo, molto dipende anche dal tipo di struttura muscolare, ma si può migliorare anche dal punto di vista psicologico e in palestra.

Fare la volata al termine di una gara di lunga durata,dai 10 km alla maratona, viene interpretato come la capacità di riuscire a dare sempre il massimo di se stessi e anche come segno di una forte carica agonistica. Ci sono podisti che riescono sempre a sprintare; altri, invece, nonostante l’impegno hanno nei 100 metri finali un modesto incremento del ritmo di corsa. Si può quindi affermare che per fare la volata finale si devono possedere doti naturali. Questa situazione sarebbe però penalizzante per chi non è predisposto geneticamente a sprintare, invece con un allenamento specifico si può apprendere a fare con successo le volate. I fattori che consentono di fare lo sprint finale sono fisici, biomeccanici e psicologici.
FATTORI FISICI
Tra quelli fisici rientrano la composizione delle fibre muscolari: quelle bianche ( di cui sono molto dotati i velocisti )sono più specifiche per la velocità rispetto a quelle rosse ( che prevalgono invece nei corridori resistenti ). Ci sono anche le fibre intermedie, quelle che con un adeguato allenamento riescono a lavorare come quelle bianche.
FATTORI BIOMECCANICI
A livello psicologico sono importanti determinazione e motivazione; la volata comincia prima nella testa che nelle gambe.E’ su questi aspetti che si deve lavorare per acquistare la capacità di sprintare con possibilità di successo.Per curare questo aspetto tecnico, importante ma non fondamentale a livello dei podisti amatori, non deve venire trascurato il lavoro di resistenza. Se il podista più veloce nel finale non è in grado di mantenere il ritmo dell’avversario, è intuibile che lo sprint conclusivo ha un’importanza relativa. Ci sono poi anche podisti non particolarmente veloci, ma in grado di fare una volata lunga 300-500 metri o anche un’irresistibile progressione che porta il "velocista" nel rettilineo finale in forte debito d’ossigeno, quindi è più in grado di esprimere con efficacia vincente lo sprint finale.

Gli allenamenti per migliorare la volata finale.
Prima di ogni seduta si devono fare, 15 'di riscaldamento, 20' di corsa lenta e 10' di stretching..

1)  10-15 serie  m. in salita;               
impegno 95%        
Recupero 30" al passo + 1' di corsa lenta

2)  3 Serie di 5 prove sui50 metri
al 100%;    
Recupero 2' 3' al passo  tra le prove e 5' tra le serie

3)  8-10 serie di 200 metri  al ritmo gara sui 1000 - 1500 metri;            
Recupero 2' - 2' 30" al passo o di corsa lenta

4) 4 - 5 serie di 300 mt. al ritmo gara;
di 1500 metri                           
Recupero 4' - 5' al passo o di corsa lenta

L’ETA

Ci si può allenare per acquistare una buona velocità, ma ci sono anche limiti dovuti all’età; quando si ha una soglia di 40 anni le qualità muscolari tendono a perdere l’efficienza necessaria per sostenere elevate velocità di corsa. Inoltre, con il passare dell’età, i podisti prediligono le corse di resistenza (maratonine, maratone e ultra maratone), per cui non ha senso cimentarsi in allenamenti esasperati che possono portare a infortuni muscolari, per rosicchiare

LA SOGLIA

Ben più proficuo è il miglioramento della soglia anaerobica, la velocità alla quale i muscoli comincino ad accumulare acido lattico. L’incrimento della soglia anaerobica anche di solo di 200 metri orari, da 14,8 km l’ora a 15,0 km l’ora in una maratonina, consente un miglioramento di 40 secondi l’ora circa, tempo che ovviamente raddoppia per una maratona.
 
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