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Comportamento senza né tabella né cronometro

Fonte La Gazzetta Sportivo scritto da Orlando Pizzolato

Per migliorarsi gli esperti suggeriscono di seguire sempre un programma

che tenga conto delle condizioni di forma e dell'obbiettivo.

Ma la tabella non deve rappresentare una schiavitù:

con il tempo si può farne ameno se s'impara ad ascoltare il corpo
Molti sperano di trovare la tabella di allenamento che permetta loro di correre più forte, ma tanti sono anche quelli che non vogliono un piano di allenamento prestabilito, perché lo temono. Uno schema di preparazione, di solito stilato dall'allenatore della società, da un amico pi esperto o anche carpito da un libro da una rivista o da un sito web, tende ad apparire restrittivo: la tabella copre un ciclo da 7-10 giorni a un mese, e quindi le sedute sono già prefissate giorno per giorno in modo da seguire una sequenza logiche porti, dopo un certo periodo di allenamento, a esprimere al meglio il proprio potenziale. Inoltre, seguire uno schema prefissato può lasciare pochissimo spazio alle sensazioni del momento e a volte costringe a svolgere sedute controvoglia. Però la tabella di allenamento serve a orientare tecnicamente gli atleti che non hanno una specifica conoscenza della metodologia e fisiologia e non sono quindi in grado di organizzare bene la preparazione. Se chi corre fosse in grado di dare ascolto alle proprie sensazioni e interpretarle correttamente, la tabella potrebbe presto lasciare spazio al diario di allenamento, fonte di più preziose informazioni.

COME AUTOGESTIRSI

Chi non vuole seguire una specifica tabella deve imparare sopratutto ad ascoltare le proprie sensazioni. Per l'autodidatta questo è il punto chiave. L'abilità sta nel sapersi gestire in funzione delle sensazioni fisiche e mentali del momento. Questo aspetto, non certo facile, è molto utile per aiutare a capire quando è il momento in cui forzare e quando invece è necessario riposare per recuperare

Chi si allena senza uno schema preciso deve tenere presenti anche altri aspetti :

1 ) il carico di allenamento deve essere progressivo;

2 ) dopo sedute impegnative ci vogliono allenamenti facili e rilassanti;

3 ) l'attuale condizione di forma;

4 ) la competizione che si vuole preparare, o l'obiettivo che si vuole perseguire, perché correre non implica necessariamente l'agonismo;

5 ) i percorsi di allenamento.

Quando la condizione di forma non è ancora buona, si devono prediligere sedute di corsa a ritmo lento e protratte nel tempo, molto meglio se svolte su percorsi collinari, progressivamente sempre più impegnativi. Quando il periodo agonistico si avvicina, alcune sedute devono ricostruire le situazioni di gara ( allenamenti intervallati a ritmo di gara ). Le salite brevi o lunghe possono sostituire l'allenamento in pista, così come correre su fondi morbidi ( erba, sabbia ) è indicato per potenziare le gambe.

L'OROLOGIO NON SERVE

Chi non segue una tabella può liberarsi anche di un altro vincolo: il cronometro. In questo caso farsi guidare dalle sensazioni è fondamentale. Bisogna quindi dare ascolto all'impegno respiratorio, alla pesantezza muscolare e immedesimarsi sull'azione muscolare tecnica che si sta svolgendo. Per esempio una seduta a impegno medio deve essere assimilata all'andatura che si tiene in maratona, senza eccedere, per non trasformarla in una gara di 15 -21 km. Così come, per esempio, nelle variazioni di 5' l'impegno deve essere simile a quello di una competizione di 10 - 12 km, ma tutto riferito alle situazioni del momento.Ecco quindi che si corre una seduta a ritmo medio si deve pensare a quanto si è in grado di rendere in quel preciso momento e non invece a un valore assoluto. Molte situazioni influiscono sul rendimento fisico ( condizioni climatiche, ormonali ,psicologiche... ) e troppo spesso ci si fa influenzare da tempi e ritmi invece che essere noi stessi, in base alle situazioni del momento, a gestire la seduta.

LA TECNICA
SENTI LE GAMBE
Fino a che punto si deve spingere? L'autodidatta deve fare riferimento alla pesantezza muscolare così come all'azione di corsa.

Quando la fatica è rilevante e la spinta delle gambe perde efficacia, è il momento di terminare la seduta.Non seguire uno schema di allenamento prefissato è certamente meno restrittiva, ma la gestione degli allenamenti è particolarmente difficile per chi non ha ancora una certa conoscenza tecnica. Tuttavia, riuscire a entrare in contatto con se stessi è un fattore di maturità sportiva.

Allenarsi con le tabelle

VANTAGGI
Consente di avere le idee giuste per la programmazione

Sviluppa la motivazione nell'impegno degli allenamenti

Permette di sviluppare al meglio e raggiungere il proprio potenziale
SVANTAGGI
Ridotta libertà nel seguire le sensazioni del momento

Può esasperare l'impegno dell'atleta

Può essere restrittivo e frustante
 
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